Ho sempre sostenuto che la via migliore per la salvezza (almeno quella psicologica) sia di cercare di affrontare la situazione compiendo una vita il più normale possibile.
Sicuramente l’idea di essere immunodepressi spaventa tanto, può capitare che per un banale raffreddore ti spostino di una settimana il successivo ciclo (a me è successo) oppure che per un’infezione polmonare ti tocchi passare un mese ricoverato in ospedale bloccando per tutto il tempo la terapia salvavita (successo ad un mio amico anche lui in cura a Bolzano).
Però farsi scoraggiare ed isolarsi serve solo a mettere ombra nella quotidianità, non si deve avere paura nel vedere altre persone e tanto meno imporsi di evitare i luoghi affollati.
Con le giuste precauzioni (scriverlo adesso in tempi di Covid-19 mi fa sentir male) ed evitando i luoghi troppo chiusi si riesce a vivere una vita decisamente NORMALE.
Prima di elencarvi gli effetti collaterali del quarto ciclo, vi voglio raccontare come abbiamo cercato di festeggiare il Natale e il Capodanno nonostante la nostra amica Lilli (così abbiamo chiamato il mio zainetto con le pompette di chemio).
Complici le ferie natalizie dei dipendenti ospedalieri e la mia “buona salute”, il Dottore ha acconsentito nel posticipare di una settimana il quarto ciclo e di lasciarmi “libera” a Natale.
Questo comportava sì di avere il saccoccio durante Capodanno ma anche di riuscire a festeggiare senza dolori e stanchezza.
La Vigilia di Natale l’abbiamo organizzata a casa nostra, 6 adulti, 4 bambini e una neonata. Il tutto è iniziato con una merenda nel tardo pomeriggio e si è concluso con il classico rito dell’apertura dei regali.
Noi e la famiglia di Mark Io che mi diletto nel spacchettare i regali Aiutiamo Christian che vuole lasciare integra la carta regalo

Natale e Santo Stefano lo abbiamo festeggiato a casa dei miei genitori, un via vai di gente che per l’occasione voleva salutare la piccola nana che festeggiava il suo primo Natale.
Arriva il 30 dicembre e inizio il quarto ciclo, nonostante tutto non ci disperiamo e cerchiamo di organizzare il Capodanno nel miglior modo possibile. Come ogni mattina mi avvio verso l’ospedale per fare la soluzione fisiologica e il cambio della pompetta gialla, qui mangio (apro questa parentesi per dirvi che in ospedale abbiamo la fortuna di ricevere il pranzo tutti i giorni del Day Hospital) e verso le 13 ho finito tutto.
Sono stanca ma sto bene e quindi comunico a Mark e a degli amici che possiamo vederci per il solito brindisi in piazza.
Purtroppo non ho foto a dimostrazione di questo, però credo di essere stata la prima in tutta la storia del Capodanno a Gries ad aver partecipato con la chemio attaccata al braccio.
La mia Lilli era appoggiata al passeggino e più di tanto non si notava, addirittura mi hanno chiesto se fosse un filo dell’antifurto 🤣
E tra un bicchiere e l’altro, di succo ovviamente 😅, siamo riusciti a passare un po’ di tempo in compagnia e spensieratezza.
Tornati a casa ci siamo messi subito in pigiama e abbiamo continuato i festeggiamenti mangiando tutti e 5 assieme.

Non vi nascondo di essere andata a dormire alle 20:00 assieme alla piccola Victoria e di essere stata svegliata alle 23:45 per vedere i fuochi d’artificio dalla finestra 🎆✨ per poi tornare immediatamente nel letto verso le 00:15.
Tutto questo non è chissà che, semplicemente voglio che sia una piccola testimonianza di come si possa riuscire a conciliare terapia e vita normale.